L’uso delle mappe spesso è menzionato tra i primi strumenti compensativi per i bambini e ragazzi con DSA. Tuttavia è bene fare alcune precisazioni.
Perché, come un computer può essere di grande aiuto, ma per svolgere un lavoro in modo ottimale, bisogna saper scegliere il programma giusto, con le funzionalità adatte, ma sopratutto capire bene lo scopo che vogliamo raggiungere.
Così anche per l’elaborazione delle mappe. Solo con queste riflessioni preparatorie il lavoro sarà eseguito in modo rapido e funzionale e avrà un reale valore pratico. Quindi la prima domanda da porsi è: qual è lo scopo della mappa?
Quando fare la mappa
Generalmente la mappa è il risultato sintetico dello studio svolto.
La mappa, in questo caso, avrà la sua reale utilità per l’esposizione finale.
Quando sono presenti i DSA, come la dislessia o la disgrafia, le mappe devono ricoprire una funzionalità più ampia. Questi disturbi comportano difficoltà funzionali. In altre parole, la difficoltà riguarda alcune aree esecutive, non quelle intellettive o di ragionamento. Queste funzioni non essendo automatizzate, richiedono un budget energetico maggiore che in questo modo non può essere rivolto allo studio, in quanto riflessione e analisi, ma principalmente alla decodifica del testo. Per cui lo schema dovrebbe essere più di questo tipo:
La lettura vera e propria è ridotta al minimo indispensabile, conservando così l’energia mentale non solo per l’acquisizione, ma sopratutto per la comprensione e lo studio delle nuove nozioni.
Infatti si inizierà con l’osservazione degli indici e indicatori come i box o le domande di verifica contenuti nel libro, così da individuare gli argomenti principali. Con questa osservazione si può costruire lo “scheletro” ossia la struttura della nostra mappa. Solo in seguito si passerà alla lettura analitica completando man mano la mappa con accenni visivi, come immagini, disegni o colori. Infine si procede con il ripasso delle informazioni con la mappa. Con mia figlia che ha una dislessia leggera, abbiamo affiancato le informazioni complementari alla mappa su un foglio di testo dove può facilmente recuperare le informazioni da memorizzare.
Ecco perché prima di parlare di come fare le mappe, bisogna capire come pianificare il proprio lavoro. Parliamo di metodo di studio e stile di apprendimento.
Metodo di studio e stile di apprendimento, una coppia imprescindibile
Quando si parla di metodo di studio s’intende il saper studiare. Di conseguenza se non si identifica il proprio stile di apprendimento sarà difficile studiare in modo efficace. Solitamente a scuola ci viene insegnato un metodo prevalentemente verbale. Chi ha un DSA invece tende ad avere il canale visivo prevalente, inoltre spesso sviluppa di più un’altro canale, quello uditivo. Non è un caso, considerata la difficoltà funzionale.
D’altra parte, non è raro che tra le varie peculiarità dei DSA esista un accesso non sempre fluido ai “cassetti” della memoria.
Quindi è di fondamentale importanza capire come funziona il proprio computer mentale, il cervello, per scegliere e usare il programma più adatto. In realtà ognuno di noi, con o senza DSA, ha le proprie caratteristiche di apprendimento. Quindi alla fine sono riflessioni che tutti si dovrebbero fare.
Come approntare lo studio con schemi e mappe
Per favorire la memorizzazione, bisogna agevolare la conservazione dell’informazione.
È un po’ come se preparassimo lo scaffale della nostra biblioteca mentale per il nuovo apprendimento prima di ricevere le informazioni da inserirci. In pratica al momento dell’arrivo della nuova conoscenza, mentalmente lo studente ha pronto il posto dove collocare i nuovi apprendimenti.
Si potrebbe schematizzare così:
A questo punto la mappa rappresenta, in un certo senso, la posizione mentale dell’apprendimento dove agganciare le varie conoscenze collegate o da collegare.
Tuttavia ci sono due punti dolenti a livello pratico:
- Generalmente lo studente sa dopo la lezione in classe di cosa si parlerà,
2. A casa, bisognerebbe effettuare la seconda parte dello schema ossia:
Personalmente ho riscontrato che la difficoltà sta nel fatto che spesso questo lavoro (impegnativo), indispensabile per uno studente con DSA, risulta da svolgere in aggiunta ai compiti assegnati, perché non viene considerato dagli insegnanti. Non credo che debba spiegare a nessuno la grossa difficoltà che rappresenta per il ragazzo.
Per ovviare a questa situazione, è assolutamente indispensabile la collaborazione della famiglia e/o del tutor con la scuola. In questo modo si può collaborare per raggiungere gli obiettivi di apprendimento (e personalmente non credo che siano solo obiettivi minimi). Operando in sinergia non solo si stimolerà la capacità di apprendimento, ma in realtà anche il piacere di apprendere. Detto questo, come fare la mappa?
Quale tipo di mappa scegliere
Le mappe possono essere di diversi tipi:
- mappe strutturali,
- mappe concettuali,
- mappe mentali,
- mappe cognitive.
La scelta del tipo di mappa dipende dall’uso che se ne deve fare. Per lo studio è utile il tipo mentale, ma potrebbe comunque seguire la struttura dell’informazione del libro, per esempio. Ecco perché non credo che il confine tra un tipo e l’altro sia sempre così netto. Il punto è, che è necessario avere chiaro in mente lo scopo che deve raggiungere la mappa. Infatti spesso sarà proprio il tipo d’informazione da inserire sulla mappa che determinerà come farla. Poi si sceglierà se farla a mano o al computer. Al computer sarà più facile fare modifiche e correzioni o ampliamenti, ma a mano qualcuno lo preferisce, rientra negli stili di apprendimento.
Come fare una mappa concettuale con il PC
I programmi per fare mappe sono diversi. Personalmente ho provato Freemind, CmapTools, ClickCharts, XMind 6 e XMind Zen. I primi due sono principalmente utili per le mappe concettuali, ClickCharts ha la possibilità di scegliere tra diversi tipi di rappresentazioni, tra cui sia quelle concettuali che mentali. Infine gli ultimi due sono principalmente concepiti per le mappe mentali.
Nella valutazione del tipo di programma bisogna considerare che sia versatile e semplice. L’uso di qualsiasi programma necessita di pratica. Quindi non sarebbe vantaggioso dover imparare tanti programmi, quanti sono i tipi di mappe che bisogna fare. D’altra parte non dev’essere troppo complesso da richiedere troppo tempo per impararlo. Lo strumento deve semplificare e rendere più efficiente il lavoro, non complicarlo.
Qui di seguito ho indicato alcune caratteristiche dei software e le funzionalità, presenti o meno, che personalmente ho riscontrato utili nel fare le mappe.
CmapTools
- Free
- Mappe concettuali
- Organizzazione spaziale libera
- Note sulle etichette
- Inserimento d’immagini
- In italiano
Freemind
- Free
- Mappe concettuali
- Organizzazione spaziale vincolata
- Note sulle etichette
- Niente immagini
- In italiano
ClickCharts
- Trial
- Diverse mappe a scelta
- Organizzazione spaziale libera
- Niente note sulle etichette
- Inserimento d’immagini
- Linee per gli allineamenti
- In inglese
Per quanto riguarda le mappe mentali, ho provato XMind 6, programma free, e XMind Zen, in versione trial (con le funzionalità limitate). Avendo l’organizzazione dell’informazione automatizzata, la creazione della mappa è più veloce. XMind Zen risulta avere un’organizzazione delle note su etichetta più congeniale, con la possibilità di esportarle in file txt su Word, per esempio per rielaborare l’insieme delle note per agevolare il ripasso. Entrambi sono abbastanza intuitivi, anche se XMind Zen non è disponibile in italiano non ha creato grossi problemi per capire come funziona. L’inserimento d’immagini è possibile solo nella versione a pagamento.
Per quanto riguarda creare mappe concettuali con Powerpoint, credo che non vada trascurata, tenendo conto dell’età e dell’esperienza del ragazzo. È un programma che solitamente usano a scuola, anche presto, per cui spesso hanno più dimestichezza. È vero che l’organizzazione dell’informazione può richiedere più tempo per allineare e impaginare, ma è molto versatile, per esempio per l’inserimento d’immagini. Non si possono inserire note sulle etichette, ma si può ovviare creando un file su Word. Se non si ha il pacchetto Microsoft Office, si può benissimo usare la funzione di Presentazione per creare mappe con Open Office. Anche in questo caso, come per tutti gli altri programmi sarà la pratica che porterà anche la velocità.
In conclusione
Le mappe mentali, concettuali, o strutturali hanno tutte l’obiettivo di rendere lo studio efficace e produttivo. Per i ragazzi alle prese con i DSA è fondamentale scegliere uno strumento che effettivamente compensi la parte funzionale dello studio. Sia come insegnanti, tutor che come genitori è fondamentale affiancarli per aiutarli a non perdere anni per trovare il giusto metodo di studio, ma sfruttare questi anni per imparare con profitto.
Le mappe rendono il tuo studio o quello dei tuoi figli efficace? Le fai più volentieri a mano o al computer? Quali difficoltà di natura pratica incontri a scuola? Raccontalo nei commenti.
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Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay