La discalculia, chiamata da qualcuno dislessia dei numeri oppure dislessia matematica, è uno dei DSA un po’ meno conosciuto e capito. Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia interessano tutti gli apprendimenti, ma la discalculia evolutiva riguarda in particolare l’area matematica.
Le sue ricadute si evidenziano ovviamente a scuola, ma anche nella vita quotidiana. Se ci pensiamo un’attimo, siamo continuamente confrontati con i numeri, al supermercato quando riceviamo il resto, nel fare un budget familiare, oppure semplicemente stabilendo le dosi di una ricetta o leggendo l’orologio analogico. Questa, cosiddetto da qualcuno, dislessia per i numeri, non riguarda solo le cifre, può coinvolgere anche i concetti geospaziali, come per esempio destra/sinistra. Comprendiamo, quindi che il suo impatto è in un certo senso a largo spettro.
La difficoltà in genere emerge fin dai primi anni di scuola, ma non è sempre facile distinguere il disturbo di apprendimento della matematica dalla difficoltà in matematica.
Discalculia cos’è
Come prima cosa possiamo dire che si differenzia dalla difficoltà in matematica per il fatto che non è sufficiente un potenziamento per eliminare il disturbo. Come gli altri DSA parliamo di una condizione neurobiologica che pur compensandosi in parte con il tempo, rimane deficitaria. Come per la dislessia, il disturbo non è semplicemente un inversione dei numeri o il non memorizzare le tabelline. La discalculia è molto più complessa di questo. In primo luogo è necessario evidenziare le diverse funzioni interessate.
Cognizione numerica
Per quanto riguarda la cognizione numerica, gli studi hanno dimostrato che nasciamo con il senso approssimativo del numero e della quantità, ma non solo. Abbiamo anche una certa capacità statistica, di calcolo delle probabilità e di logica.
Quando il piccolo entra a scuola le sue capacità innate vengono implementate con l’associazione di simboli a queste quantità e inoltre questi numeri vengono posti su una linea con un determinato ordine. In questo frangente il discalculico potrebbe riscontrare delle difficoltà.
In altre parole la debolezza riguarda la capacità numerica di base che conta il subitizing (capacità di distinguere in modo rapido e accurato la quantità di un ridotto numero di oggetti), i meccanismi di quantificazione, la comparazione, seriazione e le strategie di calcolo mentale.
Procedure esecutive
Con l’apprendimento scolastico al concetto di numero vengono aggiunte tutt’una serie di procedure. Da un lato ci sono le procedure esecutive che contano la lettura, scrittura e la messa in colonna dei numeri e le procedure di calcolo che includono il recupero dei fatti numerici (i risultati vengono recuperati dalla memoria e non dal calcolo) e gli algoritmi del calcolo scritto (per es. come si fa la divisione in colonna).
Problem solving
Parliamo dei problemi. Già solo la parola ci trasmette tante sensazioni negative. Il problem solving matematico non riguarda solo le capacità numeriche, ma necessita anche di abilità più specifiche. Per questo motivo le difficoltà nella risoluzione dei problemi non dipende necessariamente dalla discalculia. Infatti pur avendo difficoltà con le procedure esecutive, un discalculico potrebbe non riscontrare particolari ostacoli nel trovare la soluzione ai problemi e vice versa uno studente senza DSA potrebbe non riuscire a risolvere questi esercizi.
I processi cognitivi alla base del problem solving matematico sono diversi:
- rappresentazione,
- categorizzazione,
- pianificazione,
- autovalutazione.
Solo dopo questi processi subentra l’abilità di calcolo che porterà al risultato. Quindi si comprende bene che se il bambino è confrontato con una difficoltà persistente di questo tipo è importante individuare dove si trova l’effettiva difficoltà. Non è detto che sia discalculia evolutiva. Per esempio la dislessia potrebbe creare non poche difficoltà in questo ambito, a motivo del complesso linguaggio matematico.
Se ti poni la domanda come riconoscere i sintomi della discalculia, in questo paragrafo proverò a risponderti. Non è sempre facile individuarla, perché molti fattori entrano in linea di conto. L’indice principale è l’evidente discordanza tra l’intelligenza e un indiscutibile difficoltà con la matematica, per esempio nell’imparare le tabelline, nell’eseguire dei semplici calcoli a mente, nel contare correttamente all’indietro o semplicemente con una notevole lentezza nel fare dei calcoli o delle operazioni (anche se corrette).
Potrebbe essere opportuno richiedere un consulto, se possibile anche precoce, in modo da diminuire o limitare l’impatto del disturbo sugli apprendimenti. Vediamo quali possono essere degli indicatori di rischio per la discalculia evolutiva.
Scuola dell’infanzia
Alcuni indicatori di rischio che si possono notare durante l’ultimo anno di scuola materna sono:
- difficoltà ad elencare i numeri in modo automatico fino a 10;
- non riuscire a contare fino a 5;
- non mettere in relazione il numero con la quantità (principio di cardinalità);
- difficoltà nella comparazione di piccole quantità.
Scuola primaria
Alla fine del primo anno di scuola primaria alcune segni predittivi sono il non aver acquisito le seguenti capacità:
- riconoscere piccole quantità;
- lettura e scrittura dei numeri fino a 10;
- calcoli entro il 10 anche con le dita.
Se, per esempio, si riscontra delle difficoltà nella conta dei numeri, nella conta al rovescio o nella capacità di stabilire quale numero sia più grande o più piccolo, sarebbe opportuno svolgere attività didattiche specifiche, ma se queste problematiche persistono è preferibile richiedere una valutazione specialistica per valutare un intervento orientato al rafforzare le abilità carenti.
Tuttavia sarà solo alla fine della terza elementare che potrà essere effettivamente formulata, a livello clinico, una diagnosi di discalculia, perché entrano in gioco tanti fattori importanti e interconnessi tra loro, come gli aspetti cognitivi, la didattica, la cognizione del numero e l’aspetto procedurale.
Scuola secondaria
Passato il tempo della scuola elementare, le cose non si semplificano. Perché la persistenza delle difficoltà innesca un ulteriore fattore: la demotivazione. Lo studente, oltre a presentare particolari difficoltà, matura un profondo rifiuto della matematica o una fortissima impotenza appresa.
Per questo motivo un intervento precoce (anche senza diagnosi) davanti ad un eventuale ritardo nell’apprendimento matematico, presenta un vantaggio notevole a breve e lungo termine.
Sintomi discalculia adulti
Negli adulti non è così evidente, perché comunque con la crescita e la scolarizzazione avviene una compensazione. Ciononostante il disturbo non scompare; quindi in linea generale l’adulto risentirà in modo importante il sovraccarico dei processi esecutivi, di memoria di lavoro e una difficoltà nel sintetizzare tutti gli elementi che ha sott’occhio. Permane la difficoltà nell’automatizzazione dei processi di calcolo e nei casi più severi le abilità legate alla logica del calcolo ne riducono le capacità ideative.
Discalculia diagnosi
La diagnosi di discalculia è stilata per i bambini dal neuropsichiatra o dallo psicologo, quest’ultimo è abilitato a farla anche per gli adulti. Lo specialista dovrà valutare tutte le competenze sia per quanto riguarda le conoscenze numeriche che procedurali. Nella sua valutazione terrà conto in modo particolare della rapidità, ma le sue considerazione riguarderanno tutte le caratteristiche dei DSA, ossia che il disturbo è innato e resistente all’automatizzazione dei processi, così come i criteri d’inclusione e di esclusione, già descritti nell’articolo sulla dislessia evolutiva. Se permangono dei dubbi, potrà valutare un breve percorso di stimolazione per determinare e chiudere la diagnosi clinica.
Cosa vuol dire essere discalculici
Per riassumere, per i bambini essere discalculici significa incontrare difficoltà sia per quanto riguarda la cognizione del numero, che i processi esecutivi, oltre che per quanto riguarda la rapidità e la correttezza dei calcoli.
L’automatizzazione delle operazioni non avviene o solo in parte e per i discalculici, a parità di esercizio e di età, richiederà livelli molto più alti di attenzione.
La discalculia evolutiva è complessa, comporta diverse difficoltà da individuare e capire bene sia per gli adulti o giovani studenti che per i bambini. È importante determinare bene se i vari passaggi e concetti sono stati acquisiti per permettere loro di capire la logica della procedura. Per esempio, se non si capisce bene il valore dell’unità, della decina o del centinaio, sarà molto difficile capire il motivo del riporto dell’addizione e di conseguenza sarà un procedimento difficilissimo da replicare, perché non si è afferrato bene il motivo. Per questa ragione l’intervento tempestivo e precoce, può rafforzare i concetti di base indispensabili per il futuro percorso matematico sia in caso di DSA, ma anche se fosse solo un ritardo dello specifico apprendimento matematico.
Cosa fare in caso di discalculia
Un esame specialistico da parte del neuropsicologo o del logopedista ci può aiutare a definire in modo più preciso dov’è la debolezza del bambino e così agire prontamente per consolidarla. Bisogna ricordare che potrebbe anche non essere discalculia, ma semplicemente una difficoltà da rafforzare.
Se la diagnosi ha confermato la presenza di questo disturbo dell’apprendimento, l’intervento dovrà essere a 360°. In che senso?
Per aiutare un discalculico sarà necessaria la collaborazione di tutti, della scuola, della famiglia e dello specialista. La didattica certamente avrà un ruolo chiave, il sostegno della famiglia aiuterà a mantenere un atteggiamento il più positivo possibile e il potenziamento specializzato di un logopedista o dello specialista fornirà le strategie e gli strumenti adatti per affrontare con successo la matematica.
” Di estrema importanza è lo sviluppo di un atteggiamento corretto verso la matematica, inteso anche come una adeguata visione della disciplina, non ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma riconosciuta e apprezzata come contesto per affrontare e porsi problemi significativi e per esplorare e percepire affascinanti relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo.”
Nel descrivere l’atteggiamento corretto verso la matematica, trovo interessante la contrapposizione tra un insieme di regole da memorizzare e l’esplorazione delle relazioni e strutture presenti in natura. Spesso negli discalculici, diagnosticati e non, esiste un atteggiamento negativo nei confronti della matematica, per non dire di più. Spesso perché non si percepisce questa relazione naturale tra la matematica e la natura e la vita di tutti i giorni.
Un cuoco che mescola la pastella per le frittelle percepisce la proporzione tra il latte e la farina. La proporzione è matematica, ma la percezione è completamente diversa da quella scolastica. Spesso si sottovaluta questa percezione e concretezza.
Di conseguenza una didattica che non si ferma solo a dettare regole e procedure, ma riesce a spiegare il perché di una data procedura o il motivo dell’uso di un metodo, certamente aiuta lo studente discalculico o discalculica a capire e poi recuperare meglio il processo da applicare. Per di più darà maggior risalto all’aspetto “concettuale” rispetto alla componente “meccanica” della procedura.
D’altro canto la collaborazione ed empatia tra insegnante e alunno può essere un punto di svolta nel far fronte a questo DSA. Questo reca due benefici. Da una parte permette all’insegnante di capire meglio le peculiarità dello studente e dall’altra, quest’ultimo può prendere consapevolezza degli ostacoli che incontra sapendo che chi gli sta accanto lo aiuterà ad affrontare la difficoltà. Il risultato sarà pensare: “ce la posso fare”.
Di conseguenza per sviluppare un atteggiamento positivo e corretto verso la matematica per un individuo con DSA è fondamentale una didattica consapevole di ciò che significa veramente la discalculia.
Il sostegno della famiglia
La discalculia oltre alle difficoltà strettamente legate al calcolo hanno spesso delle conseguenze a livello psicologico. Chi lo scopre da adulto sa bene di cosa sto parlando. Come nel caso degli altri disturbi specifici dell’apprendimento, l’impatto negativo sull’autostima è molto importante.
Nel caso della matematica questi sentimenti incidono in modo molto profondo sulla personalità perché, come già detto sono competenze che in partenza abbiamo in maniera innata. Ancor prima che gli adulti se ne rendano conto, il bambino capisce di non afferrare certi concetti, che gli altri acquisiscono in modo molto naturale. Ovviamente non ne sarà completamente cosciente, ma inizia già a imparare che “non è capace” e stiamo parlando di bimbi molto piccoli. Quindi la frustrazione e l’ansia possono certamente aggravare il disturbo.
Tutto questo rende indispensabile un intervento precoce quando è possibile e un aiuto e sostegno adeguato per creare un ambiente di studio sereno.
Capire i DSA permette di costruire nel bambino un rapporto con la scuola sereno e positivo, il che è alla base di qualsiasi apprendimento. D’altra parte capire la discalculia anche in età adulta può togliere un notevole peso, perché si capisce che le difficoltà che si riscontrano con i numeri non è dovuto a una nostra scarsa intelligenza, ma a un Disturbo SPECIFICO dell’Apprendimento.
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