Queste due sigle sono ormai note a tutti nell’ambiente scolastico. Le hai già incontrate? Tecnicamente sono BES Bisogni Educativi Speciali e DSA Disturbi Specifici di Apprendimento. Così è tutto molto semplice, ma sai effettivamente cosa c’è dietro a queste sigle?

Alunni BES significato

Stiamo parlando di ragazzi o bambini che hanno delle necessità educative particolari che possono essere temporanee o permanenti e non sono solo dovute a deficit.

La definizione delle necessità educative speciali

BES è un termine diventato comune in Italia nell’ultimo decennio, ma il significato di bisogni educativi speciali si è evoluto nel corso del tempo. 

Abbattere le barriere architettoniche e dell'apprendimento

Tutti sanno l’importanza di abbattere le barriere architettoniche. Perché la definizione dell’UNESCO di disabilità che prima era incentrata sul deficit dell’individuo, ora tiene conto anche degli ostacoli ambientali e sociali che generano la disabilità.

La definizione dei bisogni educativi speciali hanno seguito la stessa tendenza. Non è legata solo ad un deficit.

Un po’ di storia

I BES sono stati definiti per la prima volta nel 1978 nel Regno Unito in funzione del grado di deficit del soggetto. In sostanza furono rinominate le persone con handicap. 

In seguito il concetto si è allargato. La ragione di questi bisogni speciali poteva derivare anche dallo svantaggio economico e linguistico. La difficoltà deriva dall’ambiente, non solo dalla persona.

In linea con il Modello Sociale che vuole garantire a tutti protezione sociale e diritti di cittadinanza, il bisogno include gli intralci all’apprendimento. In altre parole è necessario abbattere le barriere all’apprendimento

Quindi BES definisce le necessità particolari che un alunno ha per accedere agli apprendimenti in modo ottimale secondo il proprio profilo

Legislazione

In Italia nel 2012, il MIUR emana una direttiva specifica per i BES, dove oltre alla presenza di deficit, tiene conto anche del contesto socio-economico, linguistico e culturale. Infine nel 2013 una Nota vi include i bisogni dei ragazzi stranieri arrivati in Italia nel corso dell’anno scolastico.

PEI e PDP

La normativa sancisce la necessità di formalizzare gli interventi volti ad abbattere gli ostacoli agli apprendimenti. I documenti sono il PEI (Piano Educativo Individualizzato) e PDP (Piano Didattico Personalizzato). Tuttavia considerare questi documenti mera burocrazia è come considerare una sedia a rotella un accessorio irrilevante per un paraplegico.

La loro compilazione dev’essere valutata con attenzione, in collaborazione con la famiglia e gli specialisti. Ne consentirà una funzione strategica. (Per approfondire leggi quest’articolo).

Strumenti compensativi e misure dispensative

PEI e PDP definiscono quali strumenti compensativi e quali misure dispensative permetteranno di favorire gli apprendimenti dello studente. 

Fondamentalmente si privilegiano gli strumenti compensativi per rendere possibile l’esecuzione dei vari compiti assegnati. Possiamo parlare di tabelle, mappe e altri ausili. Qui puoi trovare un elenco di strumenti compensativi.

Quando questo non è possibile, verrà valutata la possibilità di dispensare l’alunno da alcune attività senza, però, precludere la qualità dell’apprendimento. Per esempio potrebbe essere esonerato dalla lettura ad alta voce in classe.

Esami di stato

Per quanto riguarda gli esami di stato, come durante l’anno scolastico, vanno rispettati sia il PEI che il PDP senza minimizzare il valore del risultato ottenuto. 

Scuola secondaria di primo grado

Questo è il comma 3 dell’articolo 2 dell’Ordinanza inerente per l’anno scolastico 2019/2020:

“Per gli alunni con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento l’assegnazione dell’elaborato e la valutazione finale sono condotte sulla base, rispettivamente, del piano educativo individuale e del piano didattico personalizzato.”

Scuola secondaria di secondo grado

In modo simile, per quanto riguarda gli esami di stato della scuola secondaria di secondo grado, nel caso dei DSA, per esempio l’Ordinanza, relativa agli esami 2019/2020 riporta:

“La commissione d’esame, sulla base del PDP e di tutti gli elementi conoscitivi forniti dal consiglio di classe, individua le modalità di svolgimento della prova d’esame. Nello svolgimento della prova d’esame, i candidati con DSA possono utilizzare, ove necessario, gli strumenti compensativi previsti dal PDP e che siano già stati impiegati in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame, senza che sia pregiudicata la validità della prova. Gli studenti che sostengono con esito positivo l’esame di Stato alle condizioni di cui al presente comma conseguono il diploma conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Nel diploma non viene fatta menzione dell’impiego degli strumenti compensativi.”

Quindi in sostanza l’esame deve riflettere le stesse condizioni di svolgimento e valutazione adoperate durante l’anno scolastico senza, ovviamente, precludere la validità dell’esame.

Esami per alunni BES e DSA
Esami per alunni BES e DSA

Università

Anche in questo caso le cose si stanno evolvendo nella stessa direzione. Per esempio, per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato, il Decreto del 11 novembre 2021, articolo 11, comma 2 recita:

“I candidati con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), come definiti dall’articolo 1 della legge 8 ottobre 2010, n. 170, possono produrre, in allegato alla domanda di ammissione all’esame, la relativa diagnosi, rilasciata ai sensi dell’articolo 3, comma 1 della legge 8 ottobre 2010, n. 170 e dell’accordo del 25 luglio 2012 tra Governo, regioni e province autonome di Trento e Bolzano recante “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, e possono richiedere, anche cumulativamente, gli strumenti compensativi e/o i tempi aggiuntivi indicati nei commi seguenti, sempre che rispondano a proprie necessità, opportunamente documentate.”

Chi rientra tra i BES?

Qualsiasi alunno che in un dato momento ha particolari necessità dovute ad un disagio tale da impedire un normale accesso agli apprendimenti. Queste barriere possono dipendere da disabilità e DSA, altre circostanze:

  • Certificate dal S.S.N. secondo la legge 104/92. L’ASL valuta l’eventuale necessità di un sostegno. La scuola compila il PEI. Sono i casi di DISABILITÀ:
    • motorie
    • intellettiva
    • sensoriale
    • pluridisabilità
    • disturbi neurospichiatrici 
  • Certificati dal S.S.N. o da specialisti privati. Non c’è il sostegno e la scuola compila il PDP, sono i Disturbi specifici dell’apprendimento:
    • dislessia
    • discalculia
    • disortografia
    • disgrafia
  • Altre circostanze: con o senza diagnosi. La scuola può compilare il PDP, se non fosse il caso deve motivare la decisione per iscritto. 
    • disturbi non previsti dalla legge 170/2010 come ADHD
    • svantaggio sociale, economico, linguistico o culturale
    • alunni con iter diagnostico di DSA non completato
    • alunni plusdotati

Che differenza c’è tra BES e DSA?

In pratica BES definisce tutti gli studenti che hanno necessità educative specifiche. I DSA, in un certo senso, ne sono una sottocategoria.

Bisogni educativi speciali e inclusione

Il diritto allo studio sancito dalla Costituzione è tutelato dalla disposizione dei bisogni educativi speciali. Tuttavia nella pratica è sempre in agguato il rischio che queste sigle stigmatizzino i ragazzi. Per questo motivo non si possono dissociare BES e inclusione.

Il fondamento di un clima inclusivo è il rispetto e l’accettazione della diversità. 

Voglio condividere con te l’esperienza di un insegnante nel creare un clima inclusivo. Siccome una bambina dislessica si sentiva molto male rispetto ai compagni a motivo delle sue difficoltà. Per aiutare i bambini a capire che la diversità fa parte di tutti noi, l’insegnante chiese ad un bambino basso di prendere un oggetto posto su un armadio abbastanza alto. La maestra lo sollecitava di impegnarsi di più. Il bambino si lamentò dicendo che non ci riusciva senza prendere uno sgabello. In seguito chiese ad un’altro di leggere alla lavagna senza portare gli occhiali. Allo stesso modo fu benevolmente sollecitato, ma lui disse che non gli era possibile perché era miope. La maestra dimostrò così che ogni bambino aveva dei bisogni diversi. A questo punto la bambina si sentì libera di spiegare la difficoltà che incontrava. Il risultato fu positivo non solo per la bambina, ma anche per i compagni che capirono e l’abbracciarono. Questo piccolo aneddoto illustra bene quanto sia importante il ruolo degli adulti nel creare un ambiente inclusivo.

BES e inclusione = serenità a scuola

Come programmare un intervento

In questo frangente la collaborazione è la parola chiave. Tutti, la famiglia, la scuola e gli specialisti sono responsabili del benessere dei bambini. Chiunque può imparare solo in una condizione di benessere.

In primo luogo è necessario valutare il fattore temporale. Parlando dell’età evolutiva è ovvio che la condizione non è stabile per definizione. Quindi è necessario valutare il fattore temporale. Nel caso per esempio i disturbi dell’attenzione possono richiedere un intervento nel medio lungo termine.

Per predisporre un intervento efficace è fondamentale bilanciare il piano didattico sulla base del profilo funzionale.

Ruolo del profilo funzionale

Il profilo funzionale è determinato dai test eseguiti dallo specialista. Nel caso di alunni BES certificati, come quelli con DSA, il profilo funzionale ha un ruolo rilevante. 

Grazie a questi dati clinici, lo specialista è in grado di determinare quali strumenti sono più adatti e necessari per rendere l’apprendimento più accessibile a quel determinato alunno.

Come lo indica il significato i BES, sono bisogni speciali. Non possono essere generalizzati. Ogni studente ha diritto a tutta la nostra attenzione per rendergli possibile imparare e imparare BENE.

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