Riscontri che tuo bambino fa tanti errori o non riesce a finire i compiti perché si distrae per un niente? Non sta mai fermo ed è impulsivo?
Che tu sia un genitore o un insegnante? Ti sei mai trovato nella situazione di non sapere più cosa fare?
Dietro a questa situazione ci potrebbe essere una coppietta insidiosa:
DSA e ADHD.
Continua a leggere e troverai alcuni accorgimenti che aiuteranno sia te che i bambini o ragazzi alle prese con le molte sfide che implicano i DSA e ADHD.
Cosa significano gli acronimi DSA e ADHD
I DSA, ossia Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e in particolare la dislessia ne abbiamo già parlato nell’articolo Dislessia evolutiva cos’è?
D’altra parte ADHD, ovvero disturbo da deficit di attenzione e iperattività (dall’inglese attention deficit hyperactivity disorder).
Questi disturbi si possono manifestare in modi molto diversi. Per esempio nel caso dell’ADHD può essere predominante la disattenzione oppure può prevalere l’iperattività e/o l’impulsività. Tuttavia possono anche essere presenti entrambi. Nel corso del tempo possono anche evolversi e cambiare la rispettiva importanza.
I sintomi emergono da bambini, nel caso dei DSA principalmente con l’entrata a scuola. Nel caso dell’ADHD si potrebbe già osservare le caratteristiche d’impulsività e iperattività a casa, ma sicuramente a scuola le sue ricadute saranno ancor più evidenti.
Entrambi i disturbi hanno un origine neurobiologica e quindi sono disturbi che permangono per tutta la vita. Già qui si capisce che chi circonda questi ragazzi avrà anche un ruolo importante nel aiutarli non solo a conoscere il disturbo, ma anche nel imparare a gestire queste caratteristiche.
Comorbilità o co-occorrenza tra DSA e ADHD
Ci sono molte ricerche al riguardo. Anche se ancora non si sa perché esista questo legame, si è accertato che il legame c’è. Nel articolo intitolato “Cosa si cela dietro alla co-occorrenza tra dislessia evolutiva e ADHD?” possiamo scoprire alcuni aspetti interessanti.
Citando gli studi svolti, quest’articolo indica che per il gruppo di bambini con ADHD il range di comorbilità è tra il 25-80%, nel gruppo di Dislessia evolutiva invece e tra il 15 e 60%. Siccome l’incidenza dei bambini affetti da Dislessia evolutiva è del 4% e quella dei bambini con ADHD del 5%, la probabilità di ereditarli insieme sarebbe intorno al 0,2%. Da questa osservazione hanno concluso che la co-occorrenza, cioè una combinazione dei due, li descrive meglio della comorbilità che indica la coesistenza casuale dei due disturbi.
Lo stretto legame di questa coppia ci fa capire le grandi difficoltà che si presentano sia ai genitori che agli insegnanti. Infatti i due disturbi si influenzano a vicenda e addirittura potrebbero confonderci. In che senso?
I DSA con la frustrazione che provocano e la rabbia che possono innescare potrebbero far pensare ai sintomi dell’ ADHD e d’altra parte la distraibilità dell’ADHD potrebbe nascondere dei DSA. Questo mostra quanto bisogna essere accorti per poter inquadrare le reali difficoltà, in modo da stabilire i giusti interventi.
Quali sono i sintomi dell’ADHD?
DISATTENZIONE
- Non presta molta attenzione ai dettagli
- Commette errori di distrazione
- Non riesce a mantenere l’attenzione sui compiti o le attività
- Sembra che non ascolti bene
- Non segue le consegne
- Non porta a termine il lavoro
- Non sa organizzare bene le attività
- Evita o non fa volentieri ciò che richiederebbe un impegno protratto
- Perde il materiale che gli serve per svolgere compiti o attività
- Si distrae facilmente
- Si dimentica le cose
IPERATTIVITÀ – IMPULSIVITÀ
- Muove con irrequietezza le mani o i piedi o si dimena sulla sedia
- Si alza quando dovrebbe stare seduto
- Va in giro o si arrampica quando non dovrebbe farlo
- È incapace di giocare tranquillamente
- Spesso sembra che sia «sempre in movimento» o che «abbia un motore in corpo»
- Parla troppo
- «Spara» le risposte avventatamente
- Non sa aspettare
- Interrompe o si intromette nelle attività altrui
Per parlare di ADHD devono essere presenti almeno 6 elementi in ogni colonna per almeno 6 mesi entro i 12 anni di età.
Sintomi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, DSA
Dislessia
Significativa difficoltà nella lettura. La decodifica del testo risulta difficile e faticosa.
Disortografia e disgrafia
Rilevante difficoltà nella correttezza della scrittura (ortografia) e nell’esecuzione del tratto grafico.
Discalculia
Le difficoltà in questo caso riguardano le abilità aritmetiche, come la padronanza delle capacità di calcolo fondamentali (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione). Per esempio difficoltà nel riconoscimento dei simboli numerici e la comprensione dei segni matematici e l’incapacità di imparare le tabelline della moltiplicazione in modo soddisfacente.
SOLO se sono presenti le seguenti 3 situazioni, si può definire DSA:
1) le capacità cognitive sono normali,
2) non sono presenti cause fisiche, emotive o culturali,
3) l’istruzione ricevuta è stata adeguata.
Far fronte a ADHD e disturbi di apprendimento
Secondo il Professore Jerome J. Schultz, neuropsicologo clinico da oltre 30 anni, della facoltà della Harvard Medical School, specializzato nella valutazione neuropsicologica e nel trattamento di giovani con difficoltà di apprendimento e ADHD. Evidenzia come punto di partenza tre verità che noi adulti dobbiamo riconoscere:
- il processo è più importante dei risultati,
- l’ansia impedisce l’apprendimento,
- ogni bambino ha dei punti di forza innati
Riconoscere questi fatti farà un’enorme differenza nella vita dei ragazzi con DSA e/o ADHD.
Sei suggerimenti su cui riflettere
Le emozioni hanno una stretta relazione con l’apprendimento
Emozioni e comportamenti negativi possono essere il frutto della frustrazione e della paura del fallimento.
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- Quindi aiutare i ragazzi a sentirsi competenti potrebbe fare sparire questi sentimenti e atteggiamenti.
D’altra parte il non capire perché per loro la scuola sia così difficile, li porta a pensare che siano stupidi e incapaci.
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- Aiutarli a capire il motivo delle loro difficoltà e insegnare loro le strategie giuste per aggirare o rafforzare i punti deboli aprirà la porta al desiderio d’imparare.
Le modalità di apprendimento sono diverse per ogni studente
In questo caso bisogna stimolare la metacognizione del ragazzo. Aiutarlo a capire e riconoscere qual è il suo personale modo d’imparare e guidarlo nel potenziarlo.
- Per esempio fare una stima del tempo necessario per svolgere un compito e dopo analizzare insieme la stima fatta.
- Aiutare il ragazzo a concentrarsi sui suoi punti di forza.
Lo studente viene prima della sua storia
L’ansia blocca l’apprendimento. La storia pregressa di DSA e ADHD comporta spesso un grosso bagaglio di esperienze negative con la scuola. Di conseguenza ciò vincola molto l’approccio a compiti nuovi e impegnativi.
- Neutralizzare questi sentimenti negativi ricordando ciò che è stato in grado di svolgere con successo.
- Inoltre fare insieme una prevalutazione della difficoltà del compito rispetto ad uno ben fatto prima, valutando per esempio se è più facile, più difficile o uguale. Renderà la proposta più accessibile.
La conoscenza e le abilità si dimostrano in molti modi
Creare attività che catturano l’attenzione dello studente con ADHD e cambiare tipo di supporto dell’apprendimento. La conoscenza si acquisisce anche attraverso altri canali, non solo lo scritto.
- Collegare l’argomento alla sua vita.
- Ricercare o fare ricercare video sull’argomento su YouTube, usare audiolibri, registrazioni, ecc.
Il processo conta più del prodotto finale
Insegnare come affrontare una difficoltà
- Aiutare i ragazzi a ragionare sulla difficoltà che pone loro il materiale da studiare e poi stabilire quali strategie adottare per farvi fronte.
Un contesto prevedibile ed emotivamente sicuro ottimizza le possibilità di successo
Regole, aspettative e linee guida ben chiare e seguite in modo coerente rendono l’ambiente favorevole.
- Scrivere i compiti nello stesso posto usando lo stesso indicatore di colore ben prima della fine della lezione quando regna calma e tranquillità e non caos.
- Se il lavoro di gruppo crea ansia a motivo degli errori che gli altri possono vedere, magari dare l’opportunità al ragazzo di lavorare da solo, correggere gli errori, per poi unirsi al gruppo.
La riuscita non sta nel far lavorare i bambini di più, ma in modo più intelligente
Capire insieme al bambino quali sono le strategie che ha usato in passato con successo, sia a scuola che fuori e riprodurli per creare un’esperienza d’apprendimento positiva in classe.
- Insegnare ai bambini a valutare i propri punti di forza e incoraggiarli ad usare queste competenze nei compiti da svolgere.
Comunque questi principi non possono essere applicati solo a scuola o solo a casa, perché per avere un vero successo è fondamentale la sinergia tra i clinici, la famiglia e la scuola. Intorno ai ragazzi si creerà un clima di collaborazione, sicurezza ed empatia che permetterà loro d’imparare a conoscere e gestire le loro caratteristiche peculiari per il resto della loro vita.
Tu, quali strategie ha adottato per affrontare le sfide che hai incontrato con i DSA e ADHD in classe o a casa?
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Fonti: State of Mind, Additude, AID